Farete 2022: le domande del pubblico
Nella scorsa edizione di FARETE presso Bologna Fiere, Elvis Mazzoni e Sergio Sangiorgi, co-founders di Unveil Consulting, hanno parlato di Umanità Aumentata in un workshop organizzato dalla rete YOUFM.
Un intervento mirato a comprendere gli effetti che le tecnologie digitali e quelle emergenti (robotica, intelligenza artificiale, realtà virtuale e realtà aumentata) hanno sulle attività lavorative. Elvis e Sergio riflettuto sulle competenze più interessate dai cambiamenti all’orizzonte, e favorito la riflessione sul lavoro in team, la gestione dei network di relazioni e lo sviluppo della leadership in un futuro sempre più tecnologico.
Dopo l’intervento, i partecipanti hanno posto alcune domande. Ecco quali sono i temi che interessano alle imprese.
Parlando di Intelligenza Artificiale, abbiamo le giuste competenze in Italia?
In Italia abbiamo competenze tecniche che non hanno nulla da invidiare a quelle degli altri Paesi, basti pensare ad Alma Human Artificial Intelligence. Si tratta di un centro interdisciplinare che mira ad aggregare e potenziare le attività di ricerca basate sull’intelligenza artificiale presenti in molti dipartimenti dell’Università di Bologna, istituto nel quale Elvis Mazzoni è professore associato nel Dipartimento di Psicologia.
La vera sfida è studiare in modo approfondito i problemi di pregiudizio che l’IA può ereditare dalle persone: ad esempio, gli algoritmi utilizzati per predire performance lavorative o come strumento di supporto per l’emissione di sentenze in ambito giudiziario, sono “addestrati” grazie alle basi dati preesistenti, e possono quindi ereditare i pregiudizi (ad esempio sessismo o razzismo) delle persone che hanno preso le decisioni in passato.
Guida autonoma e hackeraggio…siamo sicuri?
In un mondo IOT dove tutto è connesso, il problema della sicurezza dei dati è fondamentale. Dobbiamo lavorare molto sulle competenze di base nell’approccio alla tecnologia, come la sicurezza, le fake news e l’analfabetismo funzionale.
Il problema della cybersecurity non è prettamente tecnologico, ma è determinato da comportamenti umani, sempre migliorabili. Le nostre risorse limitate non ci permettono infatti di gestire al meglio l’”information overload”, il sovraccarico di informazioni, che avviene quando siamo costantemente stimolati dalla tecnologia (notifiche, chiamate, etc). Questo fenomeno peggiora la nostra capacità attentiva, diluita dalle numerose decisioni che dobbiamo prendere costantemente, in poco tempo.
Chi ha l’obiettivo di penetrare sistemi informatici lo sa, e tende ad agire sull’anello più debole, ovvero le persone.

Il 4 settembre 2022, un’opera d’arte generata da una IA si è aggiudicata il primo posto in un concorso in Colorado. Quali riflessioni possiamo fare?
Le Intelligenze Artificiali imparano in molti modi, ad esempio apprendendo quali qualità deve avere un’opera d’arte per essere considerata tale. Ma quale messaggio vuole trasmettere una macchina? Non ci si può sostituire ad un artista, se manca l’intento.
L’Intelligenza Artificiale che ha vinto il concorso ha interpretato la descrizione di un artista. È cambiato il mestiere del pittore?
La tecnologia automatizzerà molti dei processi e dei lavori che svolgiamo oggi. Alcuni mestieri scompariranno, ad esempio potremmo assistere ad un declino del mestiere del traduttore.
Ritornando alle opere d’arte, l’IA è prevedibile e deterministica. Noi umani possiamo decidere di non dipingere, mentre un’IA programmata per quello può, e deve, fare solo quello. Sebbene le IA siano molto sofisticate, rimarranno sempre uno strumento nelle mani dell’uomo.
Parlando di competenze tecniche, avremo sempre più filosofi che lavoreranno con ingegneri o ingegneri che dovranno diventare un po’ filosofi?
Nel mondo della tecnologia vincerà la sinergia; non ci saranno compartimenti stagni. Anni fa le i percorsi per ottenere le competenze distintive di una professione erano relativamente stabili nel tempo, adesso le competenze sono acquisibili in molti modi. Ad esempio, non occorre una laurea per imparare a programmare. Altre competenze, invece, come il ragionamento critico e la creatività, devono essere accompagnate sin dagli anni formativi seguendo percorsi strutturati.
Parlando di tecnologia, stiamo facendo in fondo le stesse riflessioni dei nostri nonni, quando si sono trasferiti dai campi alle fabbriche?
Fino a tempi recenti, le innovazioni tecnologiche sono avvenute con l’obiettivo di far progredire l’umanità. Questo non si può dire degli avanzamenti di oggi. Il costruire un metaverso, o una immagine digitale della nostra coscienza da “uploadare” in un server, ha un senso? Dovremmo chiedercelo. D’altro canto, preservare la conoscenza può aiutarci in molti ambiti, ad esempio, se consideriamo le realtà aziendali, può essere utile nella conservazione delle competenze critiche dei lavoratori più anziani.
La realtà aumentata: sostitutiva o di supporto?
Le tecnologie, in generale, ci possono dare molto. Il cambiamento futuro potrebbe avvenire nell’ambito delle tecnologie sostitutive, modificando la società e scuotendo gli attuali sistemi economici. Ma ci vorrà del tempo, e non dovremmo avere fretta.
Come affiancare le competenze HR agli algoritmi, ad esempio quelli utilizzati nel recruiting?
Le tecnologie di questo tipo sono create per supportare nel processo decisionale. Non potranno mai sostituire il nostro intuito, la nostra creatività o la nostra imprevedibilità, anche perché uno dei maggiori valori aggiunti di un lavoratore è la sua umanità, che non può essere codificata da nessuna macchina. Le decisioni sono e rimarranno comunque nostre; veniamo prima noi.
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