Agevolare il Benessere al Lavoro
Come le startup e le grandi aziende attuano strategie per agevolare la vita dei dipendenti
Le aziende (anche quelle più importanti) sono fatte principalmente di individui, ognuno con le proprie richieste ed esigenze. È quindi importante, nell’ambito aziendale, attuare delle strategie per aumentare il livello di benessere dei propri dipendenti, anche al fine di ottenere dei risultati migliori (un dipendente felice e a proprio agio, lavora meglio). Vediamo alcuni esempi!
Santè Mentale
Al giorno d’oggi questa tematica viene sempre di più presa in considerazione dalle aziende, che sono riuscite a dare la giusta importanza a questo aspetto con degli interventi mirati.
Ad esempio Moka.care (una startup francese) ha creato un sistema di intervento riguardante la salute mentale dei dipendenti.
La startup ha raccolto infatti un round di finanziamento da 3 milioni di dollari e punta a rivoluzionare il mercato della mental health in ambito lavorativo.
Moka.care crede infatti che le aziende non stiano facendo abbastanza quando si tratta di salute mentale: per esempio, molte aziende mettono a disposizione un numero di telefono da chiamare per ottenere supporto, ma sono pochi i dipendenti che chiamano davvero queste linee di assistenza.
L’obiettivi di Moka.care è di adottare un approccio completamente diverso: la start up, infatti, punta molto sul livello di personalizzazione.
Quando un dipendente contatta Moka.care per la prima volta, il processo di analisi dei bisogni richiede come minimo una telefonata, con una persona reale.
Dopodiché ci sono tre opzioni principali: Moka.care può suggerirti un professionista – può essere uno psicologo, un coach certificato o un terapista autorizzato; Moka.care potrebbe offrirti delle sessioni di gruppo su un argomento specifico (su tematiche come il lavoro a distanza, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, sulla fiducia in sè stessi, ecc); oppure potrebbe fornire contenuti su alcuni di questi argomenti, da fruire in autonomia.
Con questo approccio graduale, l’azienda spera di poter affrontare le condizioni di salute mentale prima che sia troppo tardi.
Il modello di business prevede che i datori di lavoro paghino un abbonamento basato sul tasso di utilizzo, in modo da abbassare la barriera d’ingresso per le aziende.
Traffico e Dati
Ci sono anche altre aziende che stanno provando a portare avanti dei progetti per agevolare la vita dei propri dipendenti.
Un esempio attuale ci viene dato da ‘’Hip’’, azienda di mobilità che in passato collegava i pendolari con operatori di autobus e navette tramite un’app.
Durante la pandemia, invece di tagliare i costi e bloccare il business, ha deciso di espandere la sua offerta con un servizio rivolto alle aziende per riportare i lavoratori in ufficio.
L’azienda ha sviluppato uno strumento interno per offrire navette e autobus ai propri dipendenti, ottimizzando i percorsi casa-lavoro e gestendo le infezioni da Covid.
Le aziende clienti possono anche utilizzare la piattaforma per impostare i controlli della capacità dei veicoli e aggiungere funzioni personalizzate all’interno dell’app, come i moduli sanitari e di consenso.
I dipendenti possono usare l’app per prenotare i biglietti, prenotare i posti a sedere e tracciare il loro trasporto in tempo reale.
“Penso che ci muoveremo sempre di più in questa direzione: fornire sistemi software moderni e la connessione tra quel software e i fornitori di trasporto – per essere quel collante che collega le aziende e le loro esigenze di trasporto a terra al mondo dei nostri partner e fornitori controllati”, ha commentato Amiad Solomon, CEO della startup.
When i’m 55
Oltre al benessere personale del dipendente, negli ultimi anni nelle aziende sta aumentando il livello di interesse verso il tema dell’inclusività, che si sta rivelando fondamentale in questo periodo.
Possiamo vedere come stia sempre più emergendo la problematica riguardante la ricollocazione di lavoratori over 50, che purtoppo hanno perso il proprio posto di lavoro e fanno difficoltà a rientrare nel mercato a causa della propria età.
Per cercare di venire incontro a questa specifica problematica, Thinkerbell, un’agenzia con sede in Australia, ha creato un’iniziativa chiamata “Thrive@55”.
’’Thrive@55’’ è un programma di stage disponibile esclusivamente per i candidati di età superiore ai 55 anni.
Il programma ha preso il via in risposta alla mancanza di dipendenti più anziani delle agenzie pubblicitarie.
L’azienda cita infatti che, a livello globale, solo il 5% di chi lavora del settore ha 50 anni o più; Thinkerbell offre quindi dei tirocini dedicati a queste persone, sicura che possano dare il loro contributo grazie alla loro esperienza, acquisita nel corso degli anni.
I tirocini vengono offerti in praticamente tutti i reparti, da quello creativo a quello strategico, dagli illustratori ai segretari.
Come abbiamo visto, negli ultimi anni le aziende stanno cominciando a riflettere in maniera più approfondita riguardo il benessere e il livello di felicità dei propri dipendenti, sia per motivi puramente etici, che di semplice ritorno a livello di profitti; che sia per un motivo o per l’altro, questo aumento del livello di inclusione e di attenzione verso l’individuo è molto importante, e può portare ottimi risultati sia per il singolo che per l’azienda o la startup che prova ad adottare queste strategie. L’inclusività ripaga!
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